Da pianta sacra della mitologia greca a fonte di energia della Grecìa salentina. L’ulivo, l’albero principe del bacino mediterraneo, è il protagonista del ciclo di produzione energetica che sta per avviarsi a Calimera (“buongiorno”, in greco). La cittadina a pochi chilometri da Lecce potrà pregiarsi di essere la prima a sfruttare il legno vergine di ulivo derivato dagli scarti della potatura, raccolti e triturati (cippato). Una risorsa che abbonda nella provincia salentina, dove sono stati censiti circa 11 milioni di alberi. L’impianto di microgenerazione da 1 Mwe è stato realizzato dalla Fiusis ed entrerà in funzione entro l’estate, grazie alla caldaia a griglia mobile fornita da Uniconfort e alla turbina progettata da Turboden, due aziende leader nel recupero energetico dal legno. La filiera corta – «anzi, cortissima», assicura l’amministratore di Fiusis, Marcello Piccinni – è garantita da un accordo già siglato con la Cia (Confederazione italiana agricoltori) di Lecce.
L’impianto, il cui plastico è stato esposto anche alla scorsa Fiera internazionale del legno di Hannover, si servirà di 8mila tonnellate all’anno di cippato. Gli studi commissionati dalla Provincia di Lecce dicono che ogni ulivo produce circa 3 quintali di legna da potatura ogni cinque anni, ma che soltanto al 60% degli 11 milioni di alberi presenti sul territorio viene effettuata con regolarità la rimonda. Sono perciò disponibili circa 400mila tonnellate all’anno: legna che per metà va ad ardere nei camini delle abitazioni o nei forni delle panetterie, e per metà viene bruciata dai contadini direttamente nei campi o lasciata marcire. Da qui l’idea di sfruttare queste biomasse legnose per la produzione energetica a bilancio neutro di anidride carbonica (la quantità rilasciata durante la decomposizione, che avvenga naturalmente o per conversione energetica, è infatti equivalente a quella assorbita durante il periodo di crescita), risparmiare l’emissione in atmosfera di circa 4.500 tonnellate all’anno di Co2, garantire il riutilizzo delle ceneri come fertilizzante.
L’uso dei combustibili solidi di origine vegetale si sta diffondendo in Italia sull’esempio virtuoso di diversi comuni dell’area settentrionale, che coprono in questo modo gran parte del loro fabbisogno energetico. L’impianto di Calimera sarà il primo in Europa e nel Mediterraneo a farlo con il legno d’ulivo. «Potremo soddisfare l’80% del fabbisogno energetico di Calimera» affermano i soci di Fiusis, che contano di «reperire le risorse sufficienti in un raggio di 10 Km», negli stessi paesi della Grecìa salentina. La Puglia compie un passo avanti e prosegue nell’investimento “verde” delle proprie risorse naturali, che la vede già tra le prime regioni nei settori del fotovoltaico e dell’eolico.
Fonte: ilsole24ore
Le biomasse sono rinnovabili, ma non proprio pulite. La cosa buona è che se si crea la filiera corta come in questo caso diventano a minore impatto ambientale rispetto ad altri combustibili.
in effetti non si può parlare propriamente di tecnologia pulita… hai perfettamente ragione quando dici questo. molti imprenditori si fanno pubblicità dicendo che le biomasse sono energia completamente pulita ma la realtà dei fatti dimostra che è solo una fonte energetica meno inquinante rispetto ai combustibili tradizionali.
Sono consigliabili a mio avviso rispetto al carbone, l’olio combustibile, il nucleare. Poi meglio che si dia priorità ai camini delle case, e quel che avanza lo si brucia, con severi controlli per la salute delle persone
verissimo. i controlli sulla salute delle persone sono fondamentali… proprio in questo periodo nella mia Puglia si stanno avendo statistiche negative proprio a causa di azienda che hanno fatto dell’ambiente un uso irresponsabile ed ora ne paghiamo tutti le conseguenze… e pensare che siamo fra le prime regioni per il fotovoltaico… troppo tardi secondo me…
purtroppo mi riferisco a questo articolo… http://www.affaritaliani.it/cronache/inchiesta-salento-tumori-biomasse220610.html